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Archive for febbraio 2018

Col Ceschet 1394m, ciaspolando in Piancavallo

febbraio 26, 2018 Lascia un commento

Dal 2010 le ciaspe o ciaspole sono entrate nella normale dotazione invernale. Niente a che fare con quelle che ricordavo dalla naia in legno e cordino di canapa, ora sono un attrezzo tecnologico in materiale sintetico con sulla parte anteriore dei ramponcini di metallo. Con grave salasso alle le mie finanze da pensionato ho dovuto adeguarmi, questo giro è stato uno dei primi a collaudo dei nuovi attrezzi, la località scelta è il Piancavallo, località sciistica sopra Aviano con bella vista su pianura e l’aeroporto. Parcheggiato sul piazzale una strada si alza verso Est, il sentiero con il n. 985 si imbocca presso una cabina elettrica a circa 1300m. Lo spessore della neve è cospicuo ma con la pista battuta si procede bene e anche le quattro dame che accompagnano la minoranza maschile sono soddisfatte. Dopo un primo tratto nel bosco usciamo in terreno aperto poco pendente e arriviamo all’affollata casera Caseratte. Anche troppo, tanto che preferiamo proseguire ancora verso Nord traversando sotto la Pala Fontana fino alla forcella di Giais (1442m e massima quota raggiunta) da dove ci si affaccia alla pianura, in ultimo piano verso oriente la vista spazia fino alle Giulie. Le condizioni sconsigliano altre velleità, a conferma della giusta scelta c’è anche una piccola slavina caduta sul sentiero. Al ritorno ci sorvola un elicottero, l’indomani veniamo a conoscenza di un morto per slavina in Alpago. Non rientra nel DNA una gita senza cime, tornati a Caseratte con una breve digressione ci alziamo fino al simpatico cocuzzolo del Col Ceschet (1394m) poco sopra, che per oggi basta e avanza. Tornati alla casera per variare il percorso in discesa optiamo per il passaggio a meridione dalla Casera del Medico seguendo il sentiero pistato, proseguendo si fuoriesce sull’asfalto poco a valle della località sciistica. Per risalire al parcheggio non ci sono alternative alla strada. Orario non annotato, tempo splendido e temperatura accettabile.

7 Febbraio 2010

 

Pelois (1200m circa), cima alberata sopra Caprizzi

febbraio 21, 2018 Lascia un commento

E’ difficile trovare qualcosa di nuovo nei monti di casa dopo tanti anni di cammino e la neve caduta fino a fondo valle nei giorni precedenti complica ulteriormente la ricerca, bisogna comunque stare bassi a meno di usare le odiate Ciaspe. Manca poi il nostro cartografo di fiducia, emigrato per le feste a ciaspolare in Dolomiti, rimaniamo in tre ed è proprio il tre gennaio 2018. Da Tolmezzo percorriamo la Valle del Tagliamento fino a Mediis dove svoltiamo a sinistra sulla statale del passo di M. Rest, a Priuso un vistoso cartello ci avvisa che è chiusa per neve, il fondo è insidioso già salendo alla sella di Cima Corso 867m. Proseguiamo ora in discesa fino a Caprizzi dove si parcheggia in vista della diga a circa 500m di quota, tabelle. Una strada senza protezioni dal fondo ghiacciato e riservata ai residenti sale ancora fino ai remoti casolari di Lunas. Qualche camino sta fumando e le auto presenti non hanno le catene, evidentemente gli autisti sono abituati a queste condizioni.  Cominciamo a salire all’ombra del mattino, prima traversando la radura sopra le case e poi nel bosco a latifoglie accanto a un’antica mulattiera invasa dagli arbusti, la neve sostiene bene e i segni sono frequenti. Tutto bene e in ambiente incantato fino agli stavoli Pantiana (Ratto) e Pantianuta (Topolino) Qui è stato fatto un fastidioso rimboschimento a conifere, pianta aliena a queste zone e perdiamo i segni, tendendo un poco a sinistra continuiamo l’ascesa, ora la neve è molta e con il sole, che finalmente è arrivato, si comincia a sprofondare. Il dorso sommitale è di faggi anche di dimensioni ragguardevoli e non si capisce dove sia la massima quota, metro più metro meno la diamo per raggiunta, d’altronde il versante opposto precipita vertiginosamente. Intanto il cielo si è velato e la temperatura scesa  consigliano la pronta ritirata, resa più faticosa dalla neve molla.

Profittando delle moderne diavolerie di Nevio ecco il riassunto:  dislivello 750m, km  7,7 percorsi in 5 ore e 45, effettive di cammino 3.40.

Rodica (1966m), Suha Rodica (1941m) e Raskovec(1967m), una memorabile traversata

febbraio 16, 2018 Lascia un commento

Siamo recidivi, della prima volta sulla Rodica ho già detto in uno dei miei volenterosi quanto scadenti scritti, quindi da Caporetto e Tolmino risaliamo la valle della Baça per tornare al borgo semideserto di Grant dove parcheggiamo a 735m di quota. Ci viene incontro un anziano indigeno in vena di confidenze che nel ventennio aveva prestato servizio (da Carabiniere o Finanziere, ora non ricordo) in Sardegna ed è grato all’Italia che gli versa puntualmente la pensione. Proseguiamo quindi sulla mulattiera che sale alla cresta ma ben presto siamo costretti a calzare i ramponi. Saliamo alla vetta per la cresta Ovest, fino a qui niente di nuovo a parte la visuale che oggi è fantastica. Decidiamo di proseguire ancora traversando sotto eclatanti colate di ghiaccio alla Suha Rodica 1941m e poi più agevolmente al dosso nomato Raskovec. Tre cime sono più che sufficienti per un giorno. Torniamo indietro fino all’ultima sella, da questa avevamo occhieggiato un potabile canale innevato e più in basso la mulattiera, la faticosa e unica alternativa sarebbe di rifare in salita il percorso conosciuto. Che in pratica nessuno vuole fare, la discesa è dapprima accattivante visto che siamo ben attrezzati per la neve. Poi finiamo su una liscia fascia di placche calcaree che superiamo da esperti equilibristi, poi di nuovo la neve e infine l’agognato sentiero. Qui la galaverna resiste ancora, con una traversata sotto le repulsive (ma fotogeniche) pareti delle sommità raggiunte torniamo alla traccia del mattino.

Quasi una gita sociale, ben nove i componenti, era il 13 Febbraio del 2005.