Kreuzspitze 3164 m, un lungo anello dalla valle di Virgen
In una precedente visita in Virgental, una vallata che si diparte da Matrei, quindi in Ostirol, avevo visto una pubblicità della Sajathutte, un rifugio a 2600 m, privato, che ha la forma di un castello e mi ero prefisso di visitarlo un giorno o l’altro. Parlando con Hermann, il nostro interprete di tedesco, mi aveva accennato che si’ lui c’era passato e aveva fatto un giro salendo anche la cima intitolata, e che ci sarebbe tornato volentieri.Con previsioni del tempo ottime e con altri due passeggeri domenica primo agosto ci vede partire a ore antelucane, la strada è lunga ma scorrevole e arriviamo abbastanza rapidamente al paesello di Bichl, 1500m,dove lasciamo l’auto e partiamo con buon passo per ripido sentiero strasegnalato prima per bosco di larici e poi per verdi praterie dove ci appare il nostro castello, ci entriamo a prendere qualcosa, l’idea era per un tè con uno strudel, ma forse sbaglio qualcosa e mi arriva uno schhnaps al Vogelbeer(leggi sorbo degli uccellatori).Il rifugio sembra più un ristorantino di fondo valle, con fiori, cameriere in costume, ma non ci tratteniamo oltre, ripartiamo per l’anfiteatro di cime che lo circondano da tre lati: su quella più ardita, la Rohte Saule (Torre Rossa) è stata attrezzata una ferrata con scalette molto reclamizzata in loco e con discesa facile.La nostra meta è ancora lontana: risaliamo la valletta che è chiusa da una barriera di lastronate che si sale a zig-zag per delle esposte cengette (attrezzate con cavi), fino alla dorsale finale e alla già faticosa vetta: la giornata splendida ci consente di ammirare verso N dalle Aurine al Glockner. verso S oltre le montagne della Defereggental spuntano le Dolomiti. Dopo la dovuta sosta la nostra guida ci propone una discesa alternativa verso N, da lui già percorsa, che ci permetterà, con soli 60m di risalita, di guadagnare un altro Tremila e di scendere poi lungo la Timmeltal (la valle più a E) e di ritornare al punto di partenza. Pur già provati acconsentiamo (la che nosi ul là si cor) ora scendiamo per sfasciumi velocemente alla forcella e saliamo alla volta della Tulespitze 3054 m perblocchi, solo che il dislivello da superare supera ampiamente le aspettative, in discesa poi troviamo una ulteriore ferrata facile che attraversando sotto un aguzzo ma pittoresco gendarme ci porta a una forcella dove svoltiamo a E. Dall’alto avevamo visto il rifugio Eissee, nome che deriva dal lago che si trova alla testata della valle , ma la terra promessa è ancora lontana, comunque superiamo il torrente che nasce da quest’ultimo poi con breve risalita (e ne troveremo altre più in basso), guadagniamo per una rapida birra. La valle è molto bella con camosci, pecore, marmotte, torrenti con rapide e cascate ma anche orribilmente lunga, passiamo accanto alla Boden Alpe 1950 m, una malga -rifugio molto bella, dove arriva una stradina (accessibile con taxi), la percorriamo per un breve tratto poi prendiamo un sentiero a destra che con lunga faticosa traversata ci porta al parcheggio tanto agognato. Dieci ore AR comprese le soste, dislivello oltre 1800 m.
PS. Il giro, se fatto in un giorno e mezzo con pernottamento in uno dei due rifugi è bellissimo, come d’altra parte lo sono i paesi di tutta la vallata, il percorso non è difficile (le ferrate sono più che altro su traversi), gli italiani sono una rarità e l’accoglienza è cordiale dato che siamo ancora fuori dal giro delle cime più famose.
Croda d’Ancona 2366, traversata da Est a Ovest
Da Cortina si sale verso Dobbiaco fino al tornante di Podestagno, qui si svolta a sinistra e lungo una stradina asfaltata si arriva alla malga rifugio Ra Stua circa 1600 m, d’estate la strada è chiusa ai mezzi privati.
Si parcheggia per salire a destra subito dopo il rifugio a raggiungere una ex strada militare che conviene salire con bel percorso nel rado bosco di larici e cirmoli fino alla larga Forcella Lerosa a N della nostra meta,(La variante diretta, su terreno sassoso è piuttosto sgradevole) che da qui si ammira verso S, con belle visionisulle Tofane, Tre Cime e soprattutto la vicina Croda Rossa d’Ampezzo. L’idea sarebbe di fare la traversata salendo la cresta E, che traforata da un finestrone e scendendo per la normale del versante O e cosi’ ci portiamo all’estremità est della forcella fino a individuare un sentierino a destra, con un ometto alla partenza,non segnalato ma evidente che ci porta sulla dorsale a prati e mughi fino all’inizio del tratto roccioso. Sonoqualche decina di metri davanti a i compagni e mi trovo sopra il foro, con una visione del medesimo limitata,i miei compagni invece traversano a Nord e se lo trovano proprio davanti. Purtroppo ci deve essere un passaggio piuttosto esposto cosi’ che il 50% della compagnia rinuncia e se torna indietro. Dal mio canto cipasso sopra su una crestina affilata e rognosa ma non difficile e alla fine mi ricongiungo al superstite. In ambiente sempre più libidinoso per tracce e qualche facile passaggio suroccette, già in vista della vetta ancora innevata un’ultima rampetta e ci siamo sopra, con una vista libidinosa su praticamente tutte le Dolomiti Orientali.
Cominciamo a scendere verso Ovest fra imponenti resti bellici (qui passava la prima linea Austriaca) a un’anticima con croce, qui bisogna scendere in diagonale verso NE, troviamo sui nevai che ancora ci sonoanche delle tracce che ci aiutano un pò fino alla stradina della salita. Al rifugio, già aperto facciamo ammenda con i sedotti e abbandonati con un paio di portate di birra. Il rifugio è affollato di gitanti, ma a muovere i piedi non sono poi in molti:noi abbiamo incontrato pochissime persone: qualcuno al passo, durante la traversata nessuno. Itinerario segnalato solo da omettti con qualche passo esposto in salita. (6 Giugno 2010)