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Archive for agosto 2010

Kreuzspitze 3164 m, un lungo anello dalla valle di Virgen

agosto 27, 2010 3 commenti

In una precedente visita in Virgental, una vallata che si diparte da Matrei, quindi  in Ostirol, avevo visto una pubblicità della Sajathutte, un rifugio a 2600 m, privato, che ha la forma di un castello e mi ero prefisso di visitarlo un giorno o l’altro. Parlando con Hermann, il nostro interprete di tedesco, mi aveva accennato che si’ lui c’era passato e aveva fatto un giro salendo anche la cima intitolata, e che ci sarebbe tornato volentieri.Con previsioni del tempo ottime e con altri due passeggeri domenica primo agosto ci vede partire a ore antelucane, la strada è lunga ma scorrevole e arriviamo abbastanza rapidamente al paesello di Bichl, 1500m,dove lasciamo l’auto e partiamo con buon passo per ripido sentiero strasegnalato prima per bosco di larici e poi per verdi praterie dove ci appare il nostro castello, ci entriamo a prendere qualcosa, l’idea era per un tè con uno strudel, ma forse sbaglio qualcosa e mi arriva uno schhnaps al Vogelbeer(leggi sorbo degli uccellatori).Il rifugio sembra più un ristorantino di fondo valle, con fiori, cameriere in costume, ma non ci tratteniamo oltre, ripartiamo per l’anfiteatro di cime che lo circondano da tre lati: su quella più ardita, la Rohte Saule (Torre Rossa) è stata attrezzata una ferrata con scalette molto reclamizzata in loco e con discesa facile.La nostra meta è ancora lontana: risaliamo la valletta che è chiusa da una barriera di lastronate che si sale a zig-zag per delle esposte cengette (attrezzate con cavi), fino alla dorsale finale e alla già faticosa vetta: la giornata splendida ci consente di ammirare verso N dalle Aurine al Glockner. verso S oltre le montagne della Defereggental spuntano le Dolomiti.  Dopo la dovuta sosta la nostra guida ci propone una discesa alternativa verso N, da lui già percorsa, che ci permetterà, con soli 60m di risalita, di guadagnare  un altro Tremila e di scendere poi lungo la Timmeltal (la valle più a E) e di ritornare al punto di partenza. Pur già provati acconsentiamo (la che nosi ul là si cor) ora scendiamo per sfasciumi velocemente alla forcella e saliamo alla volta della Tulespitze 3054 m perblocchi, solo che il dislivello da superare supera ampiamente le aspettative, in discesa poi troviamo una ulteriore ferrata facile che attraversando sotto un aguzzo ma pittoresco gendarme ci porta a una forcella dove svoltiamo a E. Dall’alto avevamo visto il rifugio Eissee, nome  che deriva dal lago che si trova alla testata della valle , ma la terra promessa è ancora lontana, comunque superiamo il torrente che nasce da quest’ultimo poi con breve risalita (e ne troveremo altre più in basso), guadagniamo per una rapida birra. La valle è molto bella con camosci, pecore, marmotte, torrenti con rapide e cascate ma anche orribilmente lunga, passiamo  accanto alla Boden Alpe 1950 m, una malga -rifugio molto bella, dove arriva una stradina (accessibile con taxi), la percorriamo per un breve tratto poi prendiamo un sentiero a destra che con lunga faticosa traversata ci porta al parcheggio tanto agognato. Dieci ore AR comprese le soste, dislivello oltre 1800 m.
PS. Il giro, se fatto in un giorno e mezzo con pernottamento in uno dei due rifugi è bellissimo, come d’altra parte lo sono i paesi di tutta la vallata, il percorso non è difficile (le ferrate sono più che altro su traversi), gli italiani sono una rarità e l’accoglienza è cordiale dato che siamo ancora fuori dal giro delle cime più famose.

Virgen

1. Bichl

2. Sajat Hutte e Rohtspitze

3. Kreuzspitze

4. La pacconata

5. Sulla dorsale Finale

6 Dalla cima i Tauri

7. Verso Sud

8. Il Gross Venediger

9. Verso la Tusespitze

10 Cima Tulespitze

11. Tulespitze, versante discesa

12. Timmeltal

Al pascolo

13 Rif. del Lago

15 Cascata

16 Marmotta

17 Fioriture

18 Semprevivo

La boden Alm

Croda d’Ancona 2366, traversata da Est a Ovest

Ho per le mani l’ultima rivista del CAI: Wadi Rum (Giordania), un vulcano nell’Africa Equatoriale, nel Nord delCanada, in Nuova Zelanda: tutto questo alla faccia dei cambiamenti climatici: penso che una moratoria di un mese di tutti noi alpinisti, esploratori del già esplorato, trekker, sciatori e escursionisti gioverebbe più allaterra di tutte le chiacchiere che tutti i giorni ci propinano i mezzi di comunicazione… ma questi sono deliri dello stanco scrivente. Tutto questo per passare alla nostra cima: 400 Km per fare 700 m di dislivello per giunta con un poderoso SUV, ma a nostra  parziale assoluzione era perlomeno a pieno carico.
Da Cortina si sale verso Dobbiaco fino al tornante di Podestagno, qui si svolta a sinistra e lungo una stradina asfaltata si arriva alla malga rifugio Ra Stua circa 1600 m, d’estate la strada è chiusa ai mezzi privati.
Si parcheggia per salire a destra subito dopo il rifugio a raggiungere una ex strada militare che conviene salire con bel percorso nel rado bosco di larici e cirmoli fino alla larga Forcella Lerosa a N  della nostra meta,(La variante diretta, su terreno sassoso è piuttosto sgradevole) che da qui si ammira verso S, con belle visionisulle Tofane, Tre Cime e soprattutto la vicina Croda Rossa d’Ampezzo. L’idea sarebbe di fare la traversata salendo la cresta E, che traforata da un finestrone e scendendo per la normale del versante O e cosi’ ci portiamo all’estremità est della forcella fino a individuare un sentierino a destra, con un ometto alla partenza,non segnalato ma evidente che ci porta sulla dorsale a prati e mughi fino all’inizio del tratto roccioso. Sonoqualche decina di metri davanti a i compagni e mi trovo sopra il foro, con una visione del medesimo limitata,i miei compagni invece traversano a Nord e se lo trovano proprio davanti. Purtroppo ci deve essere un passaggio piuttosto esposto cosi’ che il 50% della compagnia rinuncia e se torna indietro. Dal mio canto cipasso sopra su una crestina affilata e rognosa  ma non difficile e alla fine mi ricongiungo al superstite. In ambiente sempre più libidinoso per tracce e qualche facile passaggio suroccette, già in vista della vetta ancora innevata un’ultima rampetta e ci siamo sopra, con una vista libidinosa su praticamente tutte le Dolomiti Orientali.
Cominciamo a scendere verso Ovest fra imponenti resti bellici (qui passava la prima linea Austriaca) a un’anticima con croce, qui bisogna scendere in diagonale verso NE, troviamo sui nevai che ancora ci sonoanche delle tracce che ci aiutano un pò fino alla stradina della salita. Al rifugio, già aperto facciamo ammenda con i sedotti e abbandonati con un paio di portate di birra. Il rifugio è affollato di gitanti, ma a muovere i piedi non sono poi in molti:noi abbiamo incontrato pochissime persone: qualcuno al passo,  durante la traversata nessuno.  Itinerario segnalato solo da omettti con qualche passo esposto in salita. (6 Giugno 2010)

Malga Ra Stua
Soldanelle
Bocciolo
Forcella Lerosa
La Croda d
Tofana di Rozes
Relitti della Grande Guerra
La crestina sul Foro
Croda Rossa dalla Cresta E
Ultimo Passaggio
La cima
La Croda de Becco
Sull
Alla Malga

M .Rua 2177m, traversata da Ovest a Est

agosto 18, 2010 2 commenti
24 giugno 2010
Il rifugio Pacherini in val di Suola raggiungibile in un paio d’ore da sotto Andrazza di Forni di Sopra èrimasto l’unico in Friuli a non essere servito da teleferiche, stradine o altri mezzi di trasporto. Recentementerinnovato, ma io ero affezionato alla vecchia caratteristica ma umida e gelida costruzione, è ben gestito da una giovane coppia di appassionati di montagna della cui amicizia ho il privilegio di godere.    Sono solo questo mercoledi e decido di andare a salutarli e salire poi il monte in questione che mi aveva già attratto in passato osservandolo sia da questo versante che dalla val Settimana. Mentre salgo incontro l’amico che scende a valle per rifornimenti e mi dice che  oggi è previsto il volo con l’elicottero per trasferire i materialipiù pesanti,  comunico la mia meta, appuntamento al il pomeriggio. Sotto al rifugio c’è la solita esagerata fiorituradi Scarpette della Madonna, faccio rifornimento d’acqua e continuo a salire verso il Passo di Suola, poco prima incontro un giovane stambecco che mi guarda incuriosito da pochi metri di distanza. La giornata non è il massimo, con qualche nube e foschia. Dal passo scendo qualche decina di metri incontrando ancora stambecchi e molte pernici bianche e prendo a destra e salgo verso il passo diRua Alto 2144 m con un pittoresco sentiero sotto le rupi,. Qui  mi si rivela la verde piramide, fino a allora celata dalla nebbia, della mia cima. La prosecuzione è evidente: basta seguire la dorsale a tratti ristretta a cresta, che tanto per cambiare è in discesa con vari saliscendi verso O. Abbandono quindi i segni e proseguo con qualche attenzione, verso Forni il versante è molto dirupato, fino a un breve e repulsivo saltino di rocce marce che preferisco evitare in versante S calandomi ulteriormente (uffa!) sempre in compagnia dei numerosi “cabrones” che infestano questi solitari luoghi e con un’ultima faticosa salitaarrivo con il sole all’ometto della cima. Il panorama sarebbe splendido, ma  ahimè a  tratti celato da vaganti nuvole e nebbie che solo a sprazzi rivela le cime circostanti. Verso E la dorsale continua verso laforcella delle Sarodine 1810, sono titubante ma alla fine l’istinto esplorativo prevale e decido di scendere verso di questa per realizzare la traversata O-E facile, con qualche tratto a mughi, erba e facili roccette, solo sopra la sella, il cui accesso presenta un salto a destra e mughi secolari a sinistra, scendo in versanteval di Rua per un ghiaioncino a guadagnare il segnalato ma desueto sentiero che mi riporterà con altre estenuanti risalite verso il passo di Suola e il rifugio. Finora ho ammirato la ricca flora, mammiferi e uccelli,mi mancavano i rettili, ma un viperotto steso a prendere il sole sull’agile sentierino mi fa completare la collezione, ma si scansa educatamente. Arrivo stremato al rifugio deserto assieme a una telefonata del gestore: l’elicottero è in ritardo ma arriverà in breve, cosicchè ho giusto il tempo di tirare fiato, poi assiemead altri volenterosi collaboro allo scarico e al trasporto all’interno di ben TRE viaggi. Poi mi bevo un paio dibirre, ci facciamo una pasta accompagnata da qualche taglio di Normomerlot per lubrificare la discesa al Tagliamento dove arrivo esausto ma incolume nel tardo pomeriggio. ( Valle-Cima-Rifugio sei ore, Rifugio-Valle persa la contabilità, dislivello siamo sui 1700 m).

1. La val di Suola

2. Scarpetta della Madonna
3. Dente di cane
4. Pacherini
5. Giovane stambecco
6. Passo di Suola
7 Verso la forc. di Rua Alta
9. La meta
8. maschioni
10 Sulla cresta
11 La cima
12 Caserine dalla cr. O
13 Timido rettile
14 C. Fantoline e P.Suola
15 Botton d
16 Saluto al Rua
17 Elicottero