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Pizzo d’Uccello 1781 m, la Cresta di Capradossa, II

Le Alpi Apuane si elevano fra Versilia e Garfagnana e devono il loro nome alla arditezza delle cime, dato che orograficamente appartengono agli Appennini. La catena è lunga una sessantina di km con numerose vette appetibili, fra esse primeggia la grandiosa piramide da noi scelta, la sua parete Nord è alta più di 600m. Un ponte dei Santi di parecchi anni fa, a casa il tempo è bellissimo con cielo terso ripulito dalla bora anche se fa molto freddo. Credendo di trasferirci in luoghi più ospitali affrontiamo la lunga trasferta verso le Apuane con l’idea di fare un paio di salite, ma verso il passo della Cisa incontriamo le prime nuvole che promettono poco di buono. Lasciamo l’autostrada all’uscita di Aulla per la strada che va verso Castelnuovo di Garfagnana, poi anche questa per una secondaria che va verso Minucciano e seguendo le scarse indicazioni, ma sempre su asfalto arriviamo nel pomeriggio al rifugio Donegani all’Orto di Donna 1122 m, luogo scelto come base d’appoggio. I gestori sono cordiali ed è un piacere ascoltare il linguaggio molto fiorito di questi toscanacci e le loro colorite imprecazioni. Per informazioni sulla nostra salita al Pizzo D’Uccello  seguendo la Cresta di Capradossa veniamo dirottati a un pittoresco personaggio sopranominato “Il Lupo”, che ci dà qualche indicazione sulla via e riguardo alla qualità della roccia afferma  che è meglio stare vicini. Alla cena (siamo in tre) ci viene piazzato davanti un bottiglione di rosso da due litri, cominciamo bene. Fuori è calata la nebbia, saliamo alla camerata la cui umidità rasenta per certo il 100%, il mattino dopo ci dà la sveglia il Lupo affermando indicandosi l’inguine “devo portare a pisciare sto bischero”. Anche stamattina è piuttosto nuvoloso, percorrendo un sentiero verso Nord arriviamo alla Foce Siggioli in una mezzoretta, qui inizia la nostra cresta. Ogni tanto qualche squarcio tra le nuvole ci permette di ammirare lo stupendo ambiente roccioso circostante. La cresta tutto sommato è meno friabile del previsto e con difficoltà discontinue al massimo di secondo anche se dopo un po’ incomincia a piovigginare. Superiamo prima un’anticima e sempre stando sul filo della cresta arriviamo in vetta dove ci fermiamo un attimo temendo il maltempo, iniziamo a scendere per la normale verso SO che è segnata in verde, anch’essa con dei passi di arrampicata. Alla fine delle difficoltà rispunta inatteso il sole e con esso il bel panorama. Arrivati alla Foce (passo, forcella) di Giovo decidiamo di fare un anello alla testata della valle in senso antiorario che passa sotto i monti Contrario e Pisanino, prima si attraversa  una cava non più in funzione quindi entriamo in una faggeta passando dal Bivacco K2, poi in terreno più aperto arriviamo alla Foce di Cardeto devastata dalle cave, da qui  caliamo al rifugio fra inconsuete formazioni rocciose stratificate tortuosamente. Alla sera viene rinnovato il bottiglione e passiamo piacevolmente la serata, l’indomani il meteo è ancora peggiorato. Ci ridimensioniamo decidendo di migrare in Versilia,  scendiamo a Castenuovo, capoluogo della Garfagnana e da questa bella cittadina in saliamo per attraversare la catena per la Galleria del Cipollaio, ci fermiamo a ammirare il borgo abbandonato di Isola Santa presso l’omonimo lago artificiale per poi  andare a Stazzema, l’idea era quella di salire il Procinto, un accattivante torrione sopra questo paese, per la sua brevità. Il tempo di parcheggiare e di fare quattro passi che  incomincia di nuovo a piovere,  rinunciamo alla seconda salita. Oggi bisogna rientrare, saliamo verso La Spezia  attraversando Forte dei Marmi,  Massa e Carrara, con una breve deviazione a Portovenere (piove anche qua) e via al Casello dell’Autostrada.

Categorie:Alpi Apuane