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Anica Kuk, Tulove Grede, sul calcare dalmato

Dagli scogli della costa croata si eleva la barriera di bianco calcare del Velebit. Da sopra Segna al passo Vratnik, dove si dice nasca la bora, e il passo Mali Alan si susseguono per circa 150 km queste montagne aspre e selvagge nonostante non raggiungano nemmeno i 1800 m di quota con la cima più elevata.

Dal passo Vratnik verso Senj

Castello degli Uscocchi a SegnaCiuk 599m

Era il ponte del primo maggio del 1990 quando, conclusa la lezione del corso di Alpinismo in val Rosandra a Trieste, partimmo per l’allora Jugoslavia con meta il paese di Starigrad, sul mare, dove sboccano i due Canyon della Mala(Piccola) e Velika(grande) Paklenica, in italiano Valli Inferno, protetti anche come Parco Nazionale. La grande in particolare sale fra pareti alte fino a 300 m ed è il paradiso dell’arrampicata della Croazia. La squadra era composta da sei concorrenti, di cui ben cinque aiuto-istruttori del corso più una morosa, divisi equamente in due vetture. Traversata l’Istria a Fiume s’imboccò la Magistrala, strada costiera che prosegue lungo tutta la Dalmazia, mentre noi ci fermammo a Senj per rifocillarsi con una parca cena di pesce e dormendo in un’abitazione privata. Il giorno dopo di primo mattino si ripartì alacremente ma…non si fece i conti con il fresco acquisto dell’auto vecchia di uno dei due piloti, una poderosa Croma 2000! Già il giorno prima si sentiva a volte uno strano Toc-Toc, rumore oggi più frequente: dopo molti lampeggi e colpi di clackson ci fermammo per constatare che la ruota posteriore se ne stava uscendo, cosa non molto piacevole vista la tortuosità del percorso. Si era rotto un semiasse, tornammo con l’auto superstite a Senj a cercare un carro-attrezzi che riportò al confine auto e guidatore, che era anche lo scalatore migliore, mentre gli altri cinque, un po’ strettini proseguirono arrivando a destinazione nel primo pomeriggio. Trovata una sistemazione per la notte nella solita casa privata e tracannato uno slivovitz di benvenuto prodottodalla vecchietta padrona di casa si ripartì immediatamente alla valle per scalare il Cjuc, sperimentando subito le solidissime ma taglienti rocce-con qualche lacrima versata dalla nostra signorina- nonchè lo stupendo ambiente con viste sul mare e le isole (Via della rampa, 3°-4°).

Anica Kuk 712 m

Il giorno dopo ci aspetta il piatto forte, ovvero la via Brahmov(la più facile) sull’Anica Kuk, parete O: una salita con un passaggio di sesto, per il quale contavamo sull’amico in viaggio con il carro attrezzi che dovrebbe ormai essere a casa. Tentiamo comunque e all’inizio ce la caviamo molto bene, anche per l’eccelsa qualità della roccia. Quando arriviamo al passaggio il capocordata esce dalla retta via e cade rimanendo illeso, grazie alle numerose sicurezze piazzate. Ridisceso riprende la strada giusta, un traverso con successivo strapiombo che supera alla grande, gli altri seguono, quando tocca alla ragazza(è la sua) questa vola rimanendo appesa nel vuoto con urla disumane. Con laboriose manovre riusciamo a recuperarla e a calmarla, quindi procediamo. Le difficoltà man mano scemano terminando a un arco naturale. Camminando arriviamo alla cima sono le sei di sera, ci abbiamo messo parecchio! Riprese le masserizie e l’auto partiamo immediatamente arrivando a casa alle due: domani è giorno di lavoro. Mio padre mi diceva “Vite gjiolt e vite patisc!”

L

Sulla via Brahomov 1

I compagni

Il traverso

Arco naturale

Finalmente in cima

Tulove Grede – Torre principale 1124 m

La bellezza dei luoghi mi aveva talmente colpito che nell’agosto ci ritornai per una settimana con la famiglia: presi in affitto un appartamento e gironzolammo nei dintorni, fra Zara, le isole Coronati, Pag. Acquistavo il Corriere con uno o due giorni di ritardo e si leggeva di disordini nella nostra zona; ne chiesi conto al Padrone di casa, croato e mi rispose “No xe niente, xe queli là” alludendo ai Serbi: invece stava iniziando la guerra che avrebbe portato alla dissoluzione della Jugoslavia. Ma qui voglio parlare delle Tulove Grede, un insieme di bianchissime guglie calcaree che si elevano sopra il passo Mali Alan. Carta alla mano siamo partiti alla scoperta di questo posto. Passando fuori della cittadina di Obrovac, deserta ma tutta imbandierata di vessilli Serbi, e dando un’occhiata alla gola del fiume Zermanja per stradinaa sterrata siamo arrivati al passo, inoltrandoci poi a piedi in questa fantastica selva rocciosa, con al centro un praticello piano dove pascolava un gregge di pecore. Poi per non smentirmi sono salito, con un adrenalico passaggio sulla guglia più alta, specie in discesa. Il panorama sull’Adriatico e le sue isole da qui è veramente splendido. Tutti i turisti, me compreso, probabilmente non si sono resi conto dei rischi corsi, se non a posteriori, visti gli avvenimenti che si sono poi susseguiti.

Isole

La catena del Velebit da Novigrad

Il fiordo del fiume Zrmanja

Tulove Grede e strada del passo Mali Alan

Tulove Grede

La torre più alta delle Tulove Grede

Tramonto sull

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