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Monte Maggiore d’Istria e Valle delle Meraviglie

Una crisi di rigetto verso la neve ci spinge ad attraversare due confini e tutta la penisola Istriana fino ad Abbazia alla ricerca della fantomatica Valle delle Meraviglie detta anche Foresta Pietrificata, un canyon percorso da un torrente con torri , pinnacoli e archi di roccia calcarea, solo con labili informazioni e una foto della Candela Comici  senza carte ne’ descrizioni. La valle resta latitante ma ormai siamo qua e decidiamo per la cima più alta dell’ Istria, il Vojak o Monte Maggiore, 1396 m, con la carta stradale appuriamo che la località più vicina si chiama Dosso di Laurana a 340 metri di quota (Lovranska Draga), dove si arriva percorrendo la litoranea verso Pola e deviando a destra dal capoluogo, appunto Laurana. Fatichiamo a parcheggiare nella piccola borgata ma alla fine ci riusciamo. Una mulattiera recintata da sassi sale poco sopra le case inoltrandosi fra la vegetazione mediterranea che solo molto più in alto si trasforma in faggeta, l’ambiente è piuttosto solitario, durante l’ascesa incontriamo in senso inverso solo un anziano escursionista con ai piedi un paio di scarponi che dovrebbero risalire più o meno all’ultima guerra, si tratta di un Fiumano di etnia italiana che si ferma volentieri con noi, è una persona piuttosto colta con parecchio da raccontare, sa anche dove si trova la valle. Continuando si vedono le mostruose antenne che decorano la cima, l’ultimo tratto è erboso con belle fioriture, vi troviamo parecchia gente, scopriamo che una strada rotabile arriva pochi metri più in basso. Una vedetta in pietra a forma di torre circolare permette di godere appieno del magnifico panorama specie sul golfo del Cuarnaro e le sue isole, come verso l’Istria, peccato che oggi sia velato dalle foschie primaverili. Torniamo alla base, al ritorno da presso Abbazia variamo l’itinerario attraversando il tunnel Ucka, all’uscita si trova sulla destra un vasto parcheggio, ci portiamo sull’altro lato e come promessoci dal solitario Fiumano ci affacciamo sulla Valle delle Meraviglie. Prima di uscire dalla Croazia facciamo lo sgradito incontro con una pattuglia della stradale, andiamo piano, cinture allacciate e fari accesi sulla strada deserta ma ci fermano comunque, i documenti sono a posto come le gomme ma ahi noi l’amico Sandron non ha la I sul retro, 50 kune che a malapena racimoliamo, peccato che sul verbale sia scritto 35…

1 La mulattiera

2 Sopra la faggeta le antenne della cima

3 Erba e mughi nella zona sommitale

4 Fioriture in cima

5 Fioriture in cima

6 Fioriture in cima

7 La vedetta panoramica

8 In cima

9 Verso Fiume

10 Le Isole del golfo

11 Dall'uscita del Tunnel la Valle delle Meraviglie

Ci ritorno con mia moglie in settembre, da parcheggio a sinistra del tunnel passiamo sotto la strada e lasciata l’auto nei pressi di alcuni casolari si scende con un  sentiero da capre che scende nella valle che la compagna non apprezza molto (altra nota sul libro nero che dovrebbe aver assunto, dopo trent’anni di montagna, le dimensioni di un poderoso tomo), per farmi perdonare saliamo (in auto) sul Vojak, ma per la pace è più adatto il giro successivo nella bella  cittadina di Abbazia.

12 La foresta pietrificata

13 Esile pinnacolo

14 Un arco roccioso

15 Sul Monte Maggiore

Marzo dell’anno seguente. La Discovery di Gigi ha nominalmente sette posti, noi siamo in sei ma con altrettanti zaini che vengono stipati nel bagagliaio assieme al Maurin, i rimanenti stanno comodi nell’abitacolo. Come nell’occasione precedente scendiamo nella valle stupiti dalla bellezza del luogo.   Ci portiamo alla base della Candela, la compagnia pare non abbia nessuna voglia di arrampicare, anch’io da parecchio non metto le mani sulla roccia e faccio un tentativo con poca convinzione, finisco per arenarmi su un traverso a metà della salita. Dopo aver cazzeggiato per un po’ su una paretina ci trasferiamo alla base dello Zveliki Torani, il più alto dei campanili della forra, Claudio viene preso da un’improvvisa frenesia vedendo una fila di spit che si susseguono sulle placche, Mauro, la componente femminile del gruppo e un terzo si defilano, i due adepti sono il sottoscritto e l’autista che risulta il meno giovane di tutti noi. Il capocordata supera con fatica il primo tiro e i secondi di cordata seguono pur tirando sui chiodi, al secondo la via si sposta a sinistra su un pilastro piuttosto liscio dove assistiamo a un breve volo del nostro capo con danni modesti, solo un’abrasione alla mano. Ci riprova, supera il malo passo e arriva in cima con difficoltà calanti e ci chiama. Quando ci arrivo piazzo una coppietta e passo, Gigi invece infila un dito nel chiodo disdegnando i mezzi più tecnici ( scivolando la conta si fermerebbe a quattro). In cima c’è un’asta con bandiera, adesso vediamo di scendere. La via normale di discesa si svolge dentro un canalino con difficoltà  molto minori e ci viene indicata dal Maurini che ne ha salito un tratto. Tornati all’auto scendiamo all’Adriatico, è ormai sera e le luci di Fiume oltre il golfo in burrasca sono spettacolari, dopo aver deliziato lo spirito è ora di pensare allo stomaco, salendo verso la galleria una trattoria tranquilla provvede al necessario con un ottimo menu di pesce annaffiato abbondantemente dalla Malvasia Istriana.

16 Scorcio sulla valle

17 Lo Zveliki Torani

18 La Candela Comici

19 Tentativo maldestro alla Candela

20 Claudio in azione sulle placche dello Zveliki Torani

21 La pancia dello spigolo

22 In cima

23 In discesa

24 Il golfo flagellato dalla Bora e le luci di Fiume

25 Finale a crostacei e malvasia