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Cimone (2379m) – Traversata dai Piani del Montasio alla Val Dogna (Via Norina)

La causale di questa gita è stata l’incontro fortuito (ma per le consorti premeditato) con i due amici Bepi e Bernard che come me trascorrevano le ferie in Val Canale assieme alla famiglia. Il sottoscritto in appartamento  preso in affitto a Ugovizza, il secondo in alloggio di proprietà e il terzo con camper parcheggiato ai laghi di Fusine. Decidiamo per la traversata salendo con meno dislivello da Sella Nevea con discesa in Val Dogna da dove ci sarebbero 1800m da superare.  Evadendo per un giorno gli impegni familiari ci trasferiamo prima in Val Dogna dove lasciamo le seconda vettura per salire poi in auto ai Piani del Montasio (il parcheggio è a circa1500m) dove inizia la nostra escursione. Il sentiero segnalato traversa lungamente verso O prima di salire alla Forca di Vandul che precipita verso la Val Dogna. Fra le bancate calcaree si dipana la via normale sufficientemente segnalata che a parte qualche tratto alquanto esposto non oppone difficoltà. In cima si trova il Bivacco Del Torso (tipo Fondazione Berti) e il panorama è soddisfacente. Tornati alla forcella di cui sopra ci impegniamo sulla via ferrata Norina che scende nel severo versante Nord dove troviamo le attrezzature in ottime condizioni. Quando pensiamo di essere alla fine delle difficoltà un nevaio residuo sembra sbarrare la strada, non ci toccherà mica risalire? Invece si passa accanto alle rocce per una specie di pertugio. Dopo una serie di andirivieni scendiamo infine al greto del torrente, leviamo calze e scarponi per il guado meritandoci la infine la carreggiabile della Val Dogna a Sot Goliz, più in basso ci attende la vettura. Per il recupero della seconda auto rimandiamo ai giorni seguenti.     22 Agosto 1985

 

 

Cuel Formian (1627m) e Clap Forat (1562m), l’anello da Mincigos

febbraio 25, 2019 Lascia un commento

Le cime più occidentali del Cimone, selvatiche e impervie e con cospicui dislivelli che abbinati a ripidi e infidi pendi erbosi scoraggiano anche l’escursionista esperto che preferisce inoltrarsi  (forse a ragione) in luoghi più blasonati, resistono tuttavia ancora le mulattiere militari della grande guerra che costituiscono tuttoggi, dopo un secolo, il migliore approccio. Purtroppo dopo tanti anni di vagabondaggio non è più tanto facile trovare nuove mete accessibili valutando dislivelli e difficoltà visto che anche gli alpinisti invecchiano, ma ora bando ai piagnistei e andiamo alla nostra gita. A Dogna nel canale del Ferro ci spostiamo sulla riva opposta del Fella, subito oltre il manufatto svoltiamo a sinistra sulla stretta rotabile che si risale in auto fino a Prerit di Sopra, un borgo semi abbandonato a circa 450m di quota dove parcheggiamo. Ci incamminiamo sulla mulattiera, in parte cementata, fino ai casolari di Mincigos (860m) da dove si riduce a sentiero che prosegue  in versante NO nella boscaglia fino alla sella omonima (1488m) da dove ci affacciandosi alla val Raccolana. Sulla sinistra andiamo avanti fra la bassa vegetazione fino al Cuel Formian, tornati all’intaglio e con lo stesso tipo di terreno saliamo alla spalla che culmina  con il Clap Forat fra eriche e ginestre. Certo che se si teme zecche e vipere è preferibile stare a casa, non ci badiamo e probabilmente non sono interessate alla nostra presenza. Il Cimone ci sovrasta con tutta la sua imponenza ma per oggi ne abbiamo abbastanza, il Maurin in un impeto di generosità stappa anche una bottiglia di vino per festeggiare il successo, non ha una vita lunga. Tornati alla sella cominciamo a scendere nel versante opposto (Sud) che oppone, pur essendo segnalato, dei passi  abbastanza ripidi e esposti. L’unico incontro è con un Gufo che si riposa su un pino ad altezza d’uomo, non è molto interessato alla nostra presenza e lo lasciamo alle sue meditazioni. Il chilometraggio aumenta, passiamo anche accanto agli antichi casolari di Coronis e alla fine riusciamo sulla ciclabile dell’Alpe Adria, non resta che risalirla traversando  qualche buia galleria fino all’altezza del ponte da dove abbiamo cominciato.

7 ore complessive soste comprese. Chi ha il telefonino dice 1275m di dislivello, nel Dicembre 2015. I compagni Andrea, Ermanno, Mauro e suo figlio Luca