Sulla Cima dai Gjai a febbraio
Tre vecchie volpi più il gatto Mauro per questa salita, l’avvicinamento è in comune con quello alla vicina Grauzaria, dalla Val Aupa si sale dapprima al rifugio, dirimpetto a questo è visibile il canalone del Portonat, accesso alle due normali, di primo grado per la più elevata Creta, di 2° per la nostra meta alta 1916 m. Già alla partenza il terreno è ben innevato ma si procede bene, arriviamo al rifugio senza problemi. Mi ero scordato di citare il quinto componente, la moglie di Gigi che a questo punto ci manda a quel paese, se ne andrà verso il Foran da la Gjaline mentre il resto della compagnia si avvia verso il dirimpettaio canale, detritico e faticoso d’estate più agevole con la neve e l’attrezzature giusti. Non è il massimo oggi, a volte la crosta si rompe, poco prima dell’insellatura ne usciamo verso destra per un canalino innevato piuttosto ripido (d’estate 2°), dal sommo ci appare la cima e con una breve traversata ci portiamo alla base delle rocce. All’attacco si trovano le maggiori difficoltà, saliamo all’inizio per canalini innevati fra i mughi poi per rocce di buona qualità dove riteniamo superflua la corda fino ad arrivare a una rampa innevata piuttosto ripida con a sinistra delle pareti verticali, per fortuna la neve è affidabile, alla fine si appoggia e poco oltre arriviamo in vetta. Dopo la meritevole sosta ci prepariamo alla discesa, chi lo ha mette l’imbrago, personalmente mi arrangio con un cordino, quindi iniziamo la discesa, la rampa di neve risulta il più insidioso, tocca scendere faccia al pendio con attenzione. Il tratto di roccia richiede due doppie di una ventina metri di cui più o meno tutti approfittiamo (anche se non tutti, il Maurin le disdegna). Anche l’accesso al Portonat ha una pendenza notevole, nel canalone la neve ha mollato e scendiamo allegramente, al rifugio l’amico riabbraccia la dolce metà che avrebbe più volte potuto ottenere il divorzio per crudeltà mentale, ma nonostante l’età rimane ancora innamorata del suo Vigjut anche se lo accusa di essere un bastardo.