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Clap Piccolo, alpinismo esplorativo

Dal Pieltinis, da sin. Clap Piccolo, Clap Grande, Creton di Culzei

Nelle Dolomiti Pesarine fra la forcella di Pradibosco e il Passo Elbel si trovano dei monti ancora allo stato primigenio, con scarsissime tracce umane, limitate a qualche raro segnavia nel canalone di Pradibosco per l’accesso alla Creta Livia, è il piccolo ma selvaggio sottogruppo del Clap Piccolo. A partire da O, troviamo le Tre Lame, la Crete Brusade, il Creton e la Torre, la più ardita di tutte le Pesarine seconda per quota solo al Clap Grande, e ultima la Creta Livia già citata. Nelle tre volte che ci sono stato non ho mai incontrato anima viva fino al rifugio De Gasperi dove  sono transitato in discesa.

6 Ottobre 1991 – Tre Lame 2322 m, via D’Armi, De Antoni, Gilberti e Soravito, II-III, 1 pass. IV – 200 m

Autunno in val Pesarina

Casera Mimoias

Il Campanile di Mimoias

Tre Lame parete S con la rampa della viaIn questa bellissima giornata autunnale risaliamo la Val Pesarina oltre Pian di Casa fino al piccolo parcheggio da dove saliamo per la forestale alla casera Mimoias e al sovrastante passo di Elbel da dove lasciamo il sentiero per attraversare verso destra per erbe arrivando alla base della verticale parete S della nostra meta. Qui due dei partecipanti avevano adocchiato la possibilità di aprire una via nuova sulla rampa che  sale verso la cima, da O verso E coinvolgendo nell’impresa il sottoscritto e altri due pretendenti, piuttosto restii.
C’era comunque un motivo. Sei mesi prima in una disgrazia sullo spigolo del Glemine perdeva la vita sotto i nostri occhi il caro amico Flavio, sono ormai trascorsi vent’anni anni da quella triste giornata e volevamo in qualche modo ricordarlo intitolandogli la salita. La rampa è a tratti sporca d’erba ma la qualità della roccia è buona e arriviamo in cima senza grossi problemi, la discesa al passo  per pendii erbosi anche se ripidi e quache roccetta non ha difficoltà, per noi cinque tutti istruttori di alpinismo.
Tuttavia da un esame più attento (all’epoca non era ancora uscita la nuova edizione della guida delle Alpi Carniche) apprendiamo che siamo andati a fare una prima che non lo era più già dal 1932 e probabilmente ne abbiamo fatto l’unica ripetizione.
P.S. Non molto tempo fa sono andato da solo a fare la traversata del Pleros e in vetta ho trovato un cippo con inciso il nome dell’amico scomparso ivi portato dai suoi coscritti del paese, Rigolato.

20 Agosto 2006 – Traversata Passo di Elbel a Forcella Pradibosco con salita delle Tre Lame 2322 m, Crete Brusade 2393 m, Clap Piccolo 2439 e Torre Pesariis 2430 m – II grado

Solite chiacchiere inconcludenti alla società alpina friulana. Previsioni pessime per il fine settimana. Solito giro di birre al solito bar. Un po’ galvanizzati dalle birre, fra le varie proposte esce questa traversata che riscuote poche approvazioni, solo due si dichiarano interessati, lo scrivente e il giovane bibliotecario. La domenica mattina risaliamo la val Pesarina fino al Pian di Casa a 1200 m, il tempo è piuttosto incerto ma non pessimo. Schiaffiamo nello zaino(del più giovane) una mezza corda, imbrago, qualche cordino e moschettone e iniziamo la salita in direzione rifugio e ai ruderi della casera Clap Piccolo deviamo a destra verso casera Mimoias e il già conosciuto passo di Elbel. Da questo su a sinistra per terreno facile arriviamo velocemente sulla prima delle tre lame. Da qua è tutto incognito e le nuvole basse che si aggirano non invogliano certo alla prosecuzione ma siamo determinati: indossiamo l’imbragatura con il poco materiale che ci siamo portati. Bisogna seguire fedelmente la cresta affilatissima con le varie discese e risalite nella nebbia che a momenti si apre a un raggio di sole (adoperiamo la corda a Tarzanetto nelle calate) per risalire infine su terreno più facile alla cima della Crete Brusade.Dalla Crete Brusade scendiamo alquanto in versante sud a traversare un canalone arrampicando scioltamente senza sicurezze sul secondo grado, aggiriamo un risalto in versante e finalmente ci appare il versante di sfasciumi della via normale del Clap Piccolo che ci meritiamo abbondantemente. Verso oriente ci appare vicina la Torre Pesariis e più in là aguzza fra le nebbie la Torre di Clap Piccolo. Ridiscendiamo all’insellatura est, abbandoniamo gli zaini e portando solo la corda scaliamo per un caminetto svasato di roccette piuttosto solide (secondo anche qui), l’ennesima cima della giornata, la torre intitolata al paese degli orologi sottostante. Ora la  perfetta conclusione della giornata sarebbe di terminare sulla più bella cima del gruppo. Ma le ore sono passate e la nebbia si è fatta più fitta e minacciosa, il vecchio è praticamente cremato e bisogna trovare la via di discesa. Vaghiamo per un pò nelle vicinanze di Forcella Pradibosco e scendendo una cinquantina di metri il culo che ci accompagna ci fa avvistare un segno. Seppur le rogne non siano finite pensiamo che anche stavolta è andata. Superiamo in discesa vari saltini e in salita alla fine usciamo dal micidiale canalone, un lungo traverso su erba in piedi fra i torrioni ci porta infine alti sul vallone di Clap Grande. Ora si scende ripidamente fra  provvidenziali e ben appigliati mughi e roccette, poi per prati ripidissimi e alla loro base esultanti una traccia di sentiero ci deposita al Rifugio De Gasperi. Il gestore si interessa alla  desueta traversata e in vena di generosità ci offre anche una birra accompagnata dalle parole fatidiche: “vedo che vi siete dedicati all’alpinismo esplorativo!!”

Verso il Clap PiccoloTorre di Clap Piccolo 2462 m – 4 Ottobre 2009 – II

Con due figuri di sicura fede ravanatoria, uno ancora meno giovane di me, l’altro è un ragazzo non arrivato ancora alla cinquantina (che ci portiamo a garanzia della riuscita dell’impresa) risaliamo ancora il sentiero che ci porterebbe al rifugio De Gasperi in una esemplare giornata autunnale. Arrivati al ramo O del canalone di Pradibosco abbandoniamo i segnavia per risalirlo fra i suoi sfasciumi. Ma per poco, che tosto viene abbandonato prendendo a mancina una ripida rampa erbosa fino a quando viene sbarrato da una mugaia con esemplari di dimensioni considerevoli nonchè di veneranda età. Ci entriamo volenterosi districandoci faticosamente dato che bisogna rientrare nel canalone che più in basso ha un salto. Dopo impari lotta ci affacciamo sul detto canale, ci caliamo, lo attraversiamo per risalire sull’altra sponda con qualche modesta rogna. I prati superiori molto ripidi e assolati ci costano parecchio sudore per arrivare alla base delle rocce. Dopo una sosta per riprendere le forze riattraversiamo di nuovo verso destra a raggiungere di nuovo il nostro amato canale e ricominciamo di nuovo a salire ora su roccette piuttosto solide e in questo tratto troviamo i segnavia della normale alla Creta Livia (uniche tracce umane della salita) ma vengono ben presto abbandonati. Ora dobbiamo arrivare alla selletta che divide l’anticima Ovest dalla vetta risalendo una specie di colatoio stretto e lisciato dall’acqua e dalle pietre con qualche passaggio abbastanza impegnativo. Alla sella bisogna scendere brevemente per poi risalire una rampa in ombra dall’aspetto non molto rassicurante, tratto chiave della salita. E’ il momento del nostro ragazzo. Estraiamo a questo punto la corda e ci leghiamo e lo spediamo in avanscoperta. Non ha problemi, ci recupera, abbandoniamo qui la cavezza e per scaglioni piuttosto friabili in breve arriviamo sulla disertata quanto esile vetta che comunque è ornata da una piccola campana. In discesa facciamo lo stesso percorso, ma all’incontro con i segnavia continuamo con questi, sul percorso che avevo già calcato in precedenza e con gli stessi fastidi. Arrivati al rifugio (Ultimo giorno di apertura) la signora ci chiede se siamo stati sulla ferrata dei cinquanta, alla nostra risposta esce il gestore dalla cucina chiedendoci informazioni sulla via da noi seguita, affermando che saranno vent’anni che lì non ci va nessuno. Al nostro commiato esce sulla soglia con un trombone e ci fa un concerto di approvazione.
Queste salite le dedico a tutti coloro che si lamentano delle montagne troppo affollate.

In sosta, in alto da sin. la Torre e la Creta Livia

In salita nel canale

Il tiro di corda chiave della salita

Il Gatto e la Volpe in cima, Pinocchio fotografa

Clap Grande e Creton di Culzei

Discesa nel canalone di Pradibosco

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