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Musi q. 1866, due salite dalla Val di Mea

Questa è l’unica cima della catena raggiunta da un sentiero segnato, il n. 737, il punto di partenza è un paio di km a monte di Tanataviele sulla strada per il passo di Tanamea a circa 700 m di quota dove conviene parcheggiare anche se una sterrata attraversa le ghiaie del torrente verso sinistra ma conviene non fidarsi troppo. La traccia ben evidente sale facile in ambiente molto pittoresco a destra la gola del rio Zalodra poi si traferisce sul lato opposto, si alza per canaloni fino alla spalla del M. Ruscie 1621 m, dove ha inizio il tratto impegnativo della salita, dapprima si sta sulla cresta, dove diventa impercorribile ci si sposta a destra in un canale prevalentemente erboso piuttosto ripido (e scivoloso se bagnato) che risale con l’aiuto di un cavo metallico, alla fine delle attrezzature facili rocce conducono alla bella cima.

3 novembre 1985

Siamo, come si vede dalla data, praticamente al Paeleolitico. La gita è stata cagione di qualche dissidio familiare, anche il giorno prima mi ero eclissato al sole dei monti, come ben si sa alpinista fa rima con egoista (forse questo l’avrò già detto) ma all’epoca ero proprio assatanato.  Con cinque amici di quei anni lontani arriviamo in vetta in tre ore e mezza senza ostacoli di rilievo a parte i resti di una spolverata di neve che contribuisce a creare una luce affascinante. Non ci sono alternative al rientro, bisogna farlo per la via di salita.

1 I Musi

2 La Valle del Torre

3 Il tratto finale

4 La Cima q. 1866

5 All'inizio della discesa

6 In discesa

7 Sosta con spuntino

8 Traversata del torrente Zalodra

9 Il selvaggio ambiente dei Musi

10 Colori autunnali a fondovalle

1 Maggio 1997

Vado o non vado? Alla fine parto da solo al pomeriggio e sono le tre quando incomincio a camminare, devo essere stato abbastanza allenato per arrivare alla vetta in due ore e un quarto, la via è pulita anche se in giro si vede parecchia neve, la giornata con qualche innocua nuvoletta è magnifica e fresca come si conviene alla stagione, mi fermo anche al nuovo bivacco dedicato a Brollo (Dino, mi pare) un alpinista gemonese recentemente scomparso e di utilità dubbia, anche oggi non si vede anima viva. Con la mezz’ora di sosta in cima  alle sette sono di nuovo alla macchina, attualmente si fa fatica a rispettare i tempi CAI.

11 Genziane

12 Il versante dove si sviluppa il sentiero 737

13 Torrette pinnacoli e barbacani

14 La cima q. 1866

15 Dalla Cima verso ENE, sotto il Canin il Veliki Rop, la cima più elevata della catena

16 La Cresta del Cjampon

17 Verso O lo sguardo spazia fino alle Dolomiti

18 Canin e Veliki Rop

19 Stratificazioni

20 Ritorno alle genziane

Categorie:Prealpi Giulie Occ. Tag:
  1. giovanni
    Maggio 23, 2013 alle 6:12 PM

    assatanato… 🙂
    musi e cadin sono davvero due belle cime li’ in zona.

    mandi,

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