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Monte la Gjalina 1634 m, sulla dorsale fra Cellina e Meduna

Fra le varie opzioni  quella proposta da Oscar, gran lettore di carte topografiche, ci sembra quella più accettabile in questo giorno con tempo quanto mai variabile, sui monti sono previste saltuarie precipitazioni. Ci trasferiamo fino a Claut che attraversiamo per risalire l’alta Val Cellina, ai casolari di Lesis ci attende una sorpresa,  da qui in poi viene richiesto un pedaggio di 5 modesti Euro. Versiamo l’obolo, la strada asfaltata è molto stretta e solo sopra i tornanti diventa sterrata ma quasi pianeggiante. Al Pian di Cea 918 m si trova il divieto e il parcheggio, proseguiamo a piedi lungo la strada che in breve ci conduce alla bella radura di Casera Casavento 947 m, in stagione gestita a mò di rifugio, qui ha inizio la strada di collegamento con la Val Silisia costruita dall’Ottavo Alpini nel 1912 ora ridotta a sentiero ma ben transitabile che con pendenza costante sale a Forcella Clautana 1432 m (volendo ci si può arrivare anche con un ripido sentiero più breve e faticoso, oggi i cinque pensionati sotto un cielo plumbeo non sono in vena). La forcella oltre che confine fra le due vallate separa il gruppo del Raut-Resettum da quello del Caserine-Cornaget e vi si trovano due targhe a ricordo della costruzione e dei fatti d’arme del 1917. Un evidente sentiero sale a sinistra, comincia a piovigginare mentre ci avviamo su questo malvolentieri fra le macchie di mughi che saranno una costante della salita. La dorsale è asimmetrica, a Nord mugaie e bosco, a Sud ripide balze erbose precipitano esposte verso la Val Silisia. In cielo per fortuna ampi squarci si aprono fra i nuvoloni e rispunta il sole, il sentiero si riduce a saltuarie o assenti  tracce, ci teniamo per quanto possibile sul filo sfruttando le schiarite con belle viste sul Resettum e il lago di Cà Selva, prima di arrivare in cima si attraversano parecchi rilievi con relative corte contropendenze. In uno di questi incontriamo un bell’esemplare di vipera che a giudicare dall’aspetto dev’essere prossima a figliare vista anche la sua scarsa agilità, resta ferma in posizione di minaccia, le passiamo accanto a distanza di sicurezza e fra i mughi arriviamo all’ultimo risalto senza una parvenza di sentiero, le poche tracce sembrano più di ungulati che di viandanti. Per la vetta ci spostiamo dapprima in versante O poi con un traverso a destra riprendiamo la cresta che con un corto tratto ripido ci fa uscire alla modesta croce in legno che la contrassegna. Scendendo rifacciamo l’ultimo tratto trasferendoci dall’ultima sella nel versante N con varie peripezie fra mughi e faggi aggrovigliati perdendo quota lentamente verso ponente, dove il bosco lo permette scendiamo fino a un canale nevoso che ci scodella sui resti della strada del 1912 che ripercorriamo fino al parcheggio (e alla bottiglia di merlot ivi custodita), col senno di poi forse questo è stato l’unico luogo montano risparmiato oggi dalla pioggia che ci sorprende già a Claut. 3 ore e mezza in salita, 8 Maggio 2013

1 Il Gruppo del Cornaget dal Pian di Cea

2 Casera Casavento

3 I tornanti della strada militare

4 Cascata a margine della strada

5 Forcella Clautana

6 Targa che ricorda la costruzione

7 In memoria della ritirata dopo Caporetto

8 Farfaraccio

9 La cresta

10 Sottocresta in versante Est

11 Sul filo

12 Variazioni di verde

13 Vipera

14 Il lago di Cà Selva

15 Un tratto di mughi

16 La variante del Dottore

17 In dirittura d'arrivo

18 In Cima

19 Il Resettum

20 Fra le nubi spunta la Cima Ciol di Sass

21 Quando ripartiamo appare il gruppo del Cornaget

22 Libera discesa fra i faggi

23 Un canale nevoso riporta alla strada

24 Genzianelle sui prati di Casavento

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