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Monte Covria da Sud

1160 di quota, a continuazione dell’allineamento Flagel- Cuar con affaccio sul Tagliamento, d’altronde l’innevamento e le scarse condizioni di forma attualmente non permettono di più. Da Trasaghis si continua sulla strada per il lago di Cavazzo deviando a sinistra sulla strada di Peonis, prima del paese una stretto nastro d’asfalto sale fino alla località Cjanet, m 500 circa, sparsa di stavoli ristrutturati e in rovina. Alle prime costruzioni parcheggiamo alti sopra il torrente.  Dirimpetto fra due edifici a destra notiamo un invitante sentiero delimitato da muri a secco, iniziamo con questo. Poco più in alto presso un paio di ruderi la traccia si perde, continuiamo la salita nel rado bosco più o meno diritti, ci porta dove non volevamo arrivare, ovvero alla strada forestale, non ci resta che seguirla, non senza costruire un ometto che ci sarà utile al ritorno. Esce sulla rotabile che da Monte Prat sale al Cuel di Forchia, la sella fra il Cuar e la nostra destinazione, andiamo avanti su questa fino al penultimo tornante dove a destra si dirama la mulattiera militare che con pendenza costante e innumerevoli tornanti conduce al Covria. Già all’inizio è innevata, parecchio quando si sposta nella faggeta ad Ovest, molto meno nel tratto finale in pieno versante Sud poco boscato. Qui la mulattiera è in parte invasa da cespugli di ginepri e rose canine, saliamo alla dorsale con una rampa un poco fangosa, poi ritroviamo la neve. Quale sia la cima non si capisce, avanziamo ancora verso Est poi saliamo a destra ad alcuni affioramenti rocciosi, più avanti c’è un’altra elevazione completamente boscata, qui dovremmo essere sulla quota 1166, qui possiamo sederci senza bagnare le terga. Il posto si trova a picco sui dirupi verso il Tagliamento, un poco limitato nella vista verso Nord dal bosco. Siamo in tre a dividere equamente la bottiglia di Tocai, così galvanizzati al ritorno siamo propensi alle scorciatoie con relative scivolate, in una finisco nei rovi. Con l’ultima arriviamo al Cuel di Forchia, non visitato all’andata. Riprendiamo la sterrata già percorsa e anche qui riusciamo a tagliare qualche tornante, a uno di questi noto due segni rossi su un traliccio, vado a vedere se ci sono anche più in basso, il desiderio si avvera (male che vada potrebbe riportarci al Cjanet oltre l’auto), il sentiero si snoda fra i dirupi, nel letto roccioso di un ruscello poi con una decina di metri di salita riesce alla strada. Ancora un duecento metri e ritroviamo l’ometto autocostruito, lo disfiamo, per la via conosciuta ridiscendiamo al parcheggio. Cinque ore in tutto.

1 La partenza

2 E' il primo giorno di Primavera

3 Crocus

4 Un bel rustico (da ristrutturare)

5 Il Cuar

6 Peonis e il Tagliamento

7 La parte alta del percorso

8 La sommità del Covria

9 Il dosso finale con l'onnipresente Cuar

10 I roccioni della Cima

11 Panoramica sulle Prealpi Giulie

12 L'Amariana

13 Scorciatoie

14 Scorciatoie

15 Neve abbondante a Ovest

16 La variante del traliccio

17 Il letto del ruscello

18 Il sentiero iniziale

19 Fioritura

20 La fedele Rav attende al posteggio

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