L’anello della Valle del Cadin: In traversata Cima delle Vacche, Ciastielat e Guslon
L’unica festa comandata che mio padre rispettava era quella di San Giuseppe, patrono degli artigiani. Nel 1945 in questo giorno mentre era al lavoro rimase ferito durante un bombardamento degli alleati, ricordo che le ultime schegge gli furono tolte negli anni ’50. L’anno seguente a conflitto terminato nella stessa ricorrenza cadde da una scala e si spezzò una gamba e pur essendo poco praticante dopo questi due spiacevoli eventi non lo provocò più. La festività venne in seguito spostata alla Domenica, mi ritornano questi fatti alla mente mentre saliamo alla sella del Fadalto sperando che il Santo guardi senza intenti punitivi nei confronti dei sei scalcagnati protagonisti. La valle del Cadin resta compresa fra la Cima delle Vacche 2063 m, il Ciastelat che è la più alta con i suoi 2251 m e il Guslon 2195 m, a Col Indes 1161 m, il punto di partenza, si arriva deviando a destra dopo il Fadalto attraversando con percorso un po’ complicato varii paesi dell’Alpago, non ci sono invece problemi per il parcheggio sull’ampio piazzale dell’ albergo. A sinistra di questo si sale senza percorso obbligato dapprima nel bosco indi per agevoli pendii nevosi alla Cima delle Vacche, ora viene il tratto più impegnativo del percorso che comporta dei passaggi fino al 2°. La cresta verso N dapprima agevole poi si frastaglia, sopra un salto siamo costretti a scendere in versante Ovest e traversare su pendii molto inclinati, risaliti sul filo roccioso poi diventa più agevole e arriviamo in cima al Ciastelat. Ci dirigiamo adesso a NO verso la cima del Guslon, la cresta ha delle enormi cornici a destra ma senza difficoltà di rilievo molto fotogenica. Su questa cima incontriamo qualche scialpinista (addio solitudine), la discesa a Ovest si svolge sui pendii della normale ed esce a una forestale che percorsa verso sinistra per un paio di chilometri riporta a Col Indes. Sei ore il giro completo. Dimenticavo il dopogita alla festa del vino di Bertiolo.