Home > Prealpi Giulie Occ. > Plauris, traversata da Sud a Nord

Plauris, traversata da Sud a Nord

Il Plauris con i suoi 1958 m è il re delle Prealpi Giulie Occidentali e le vie di salita sono piuttosto lunghe e faticose, quella che comporta il minor dislivello parte dalla curva del Gran Rio in val Venzonassa, m 514 cui si accede per rotabile da Venzone, chiaramente quella scelta nel lontano Dicembre dell’87 dal nostro esiguo gruppetto di tre, era il giorno 20 quindi per ventiquattr’ore la nostra gita non era classificabile come  invernale, d’altronde per questi monti le stagioni più indicate sono quelle di mezzo o l’inverno se le condizioni lo consentono, mai ci sono stato d’estate. Lasciata l’auto al piccolo parcheggio saliamo ripidamente alla bella chiesetta di S. Antonio e dopo un breve traverso a Est sul sentiero diretto a Casera Ungarina ci inerpichiamo senza sentiero fra la vegetazione alla meglio fino a uscire sui vasti pendii erbosi che scendono dalla dorsale e che più in alto diventano nevosi, fa piuttosto caldo, qualche slavina è già scesa e procediamo fiduciosi fino alla breve barra rocciosa che ci separa ancora dall’agognata meta, non oppone difficoltà di rilievo, nonostante qualche dubbio usciamo a pochi passi dalla vetta. Grande è la sorpresa all’incontro con un altro alpinista e ancora maggiore perché lo conosciamo, è l’amico Nino da Montenars che arriva da Portis per la Val Lavaruzza da solo! La giornata stupenda ci consente di ammirare le bellezze che ci circondano ma poi non resta altro, come sempre, che scendere. Con opportunismo pari alla nostra sfacciataggine io e miei due degni compari avevamo già intravisto l’eventualità di fare la traversata, se qualcuno ci porta a recuperare la macchina, l’interpellato, che è un buono acconsente. C’è da percorrere un tratto della cresta Ovest, all’inizio arrampicando su roccette in seguito sul filo nevoso fino a una forcella da dove ci si cala in versante Nord con neve buona, il nostro autista, munito delle sole racchette pensa bene di fare una scivolata che si conclude dopo alcuni danni e con lievi sbucciature a una mano, riprendiamo il cammino, il bianco manto ci accompagna fino all’igloo del bivacco Bellina, dove ritroviamo i segni del sentiero 728 che ci accompagna, in ultimo scendendo piuttosto impiccato a lato della cascata del torrente a un viottolo asfaltato nei pressi di Portis 240 m. Così voglio ricordare anche l’amico di parecchie invernali, Nino Lucardi, forte, appassionato e generoso, ormai da tanti anni scomparso in un incidente alpinistico.

1 La Chiesetta di sant'Antonio

2 Dai pendii erbosi la valle del Tagliamento

3 Incontro con la neve

4 Incerta salita verso la cresta

5 Canin, Monte Nero, Lavara e Musi

6 Si esce alla cresta come sempre per banali roccette

7 In vetta incontriamo l'amico Nino

8 Lavara e i Musi, lontano il Matajur

9 Vista sul Canin

10 Discesa a Ovest

11 Dalla Cresta bella vista sulle Alpi Carniche

12 Sulla cresta

13 Il Plauris

14 Inizio della discesa verso Nord

15 Il versante Nord

16 Il bivacco Bellina

17 Faggi stentati in Val Lavaruzza

18 Dal Plauris la cresta prosegue con altre più selvagge cime

19 Il ripido sentiero che cala verso Portis

20 Le calde luci del tramonto ci accompagnano nell'ultimo tratto di discesa

  1. Al momento, non c'è nessun commento.
  1. No trackbacks yet.

Lascia un commento