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Gartnerkofel e Creta di Riosecco – disguidi autunnali

Il Gartnerkofel m 2195, via normale dal Passo Pramollo m 1530

Cima già plurivisitata da vari versanti e stagioni non era all’ordine del giorno in questo mercoledì di novembre di bel tempo alla fine del passaggio di varie perturbazioni che doveva essere dedicato alla Creta di Riosecco. Anche qui c’ero già stato in veste di capogita per l’annuale gita con l’ANA del mio paese partendo dal passo di Lanza, per oggi e nonostante la mia opinione contraria, il punto di partenza scelto è Caserute sulla strada per il detto valico che offre la via più breve, una breve fermata per il caffè a Pontebba poi ci avviamo verso  Studena Bassa, dopo l’abitato perdiamo tempo  ad aspettare che un camion finisca di caricare dei tronchi, in seguito incontriamo delle ruspe che stanno finendo di liberare la strada dalle frane, la gita finisce alla casera di Riosecco su un lastrone di ghiaccio dove la vetusta Citroen comincia a scivolare all’indietro fermandosi a cinquanta cm dall’abisso, ci mettiamo un’ora e mezza per rimetterla in carreggiata, invertire la rotta e scendere a Pontebba. Una considerazione sul Giro d’Italia, attualmente la stretta strada per Lanza ha il divieto per le biciclette, stretta e pericolosa non vedo come faccia a passare di qua la carovana l’anno prossimo,  i lavori per sistemarla potranno incominciare solo a primavera, temo che farà la fine della panoramica delle Vette sopra Ravascletto. Ripartiamo verso il Pramollo, che troviamo già ben ben innevato parcheggiando appena oltrepassato il confine di fronte all’ albergo. La Cima del Giardiniere(per la presenza della Wulfenia) con il suo piccolo massiccio è la più interessante e alta della Cresta Carnica Est e incombe sul passo.  Una strada prosegue a destra, d’estate è percorribile in auto fino alla Watschiger Alm m 1625,   per un breve tratto si prosegue diritti traversando quindi a sinistra poi in salita fra mughi e larici e ancora a sinistra fino alla pista di discesa alla base dei torrioni della cima. Si cammina su neve già trasformata grazie allo scirocco, il sentiero non si vede, saliamo verso Est passando sopra la stazione della Seggiovia alla Gartner Sattel 1825m, qui rispuntano dalla neve i segnavia che salgono una vallecola fino alla forcella q. 2075 m, fra la Vetta e la cima SE, da qui saliamo a sinistra mantenendoci quasi sempre sottocresta con un paio di affacci sulle ardite torri del versante N fino alla Croce in memoria dei caduti eretta in cima. Un gelido venticello ci accoglie, per la sosta siamo obbligati a calarci qualche metro. Il ritorno è per la stessa via, un paio d’ore per la salita, cima molto bella e panoramica con il paesaggio innevato.

Creta di Riosecco m 2203 via normale dalla ex caserma sotto al Pramollo 1461 m

La cima è la più occidentale del crestone del Cavallo e anche la meno frequentata, la via normale in versante Nord attraversa un altopiano dove si possono osservare tutte le manifestazioni del carsismo d’alta quota. Il mercoledì seguente, stesso posto di ritrovo, stessa ora e stessi partecipanti, nessuno ha la carta, del GPS neanche parlare, riusciamo a malapena a telefonare a casa con il portatile, l’auto è la mia e mi rifiuto di salire al Cason di Lanza, il punto di partenza questa volta è la caserma abbandonata sotto il Pramollo, q. 1461 m. Già nel Canal del Ferro il tempo è uggioso, qui le nuvole coprono le cime circostanti, ci avviamo sulla stradina della Baita Winkel (che ricordavo sempre aperta, ora e chiusa a chiave), in seguito proseguiamo diritti fino al primo bivio dove scegliamo il sentiero segnalato di destra che sale al Madrizze, un secondo bivio ci sfugge e ci alziamo quasi fino alla cima di questo per ridiscendere poi alla sella omonima 1833 m. Per la miseria, resto stupito dai lavori che i nostri vicini hanno fatto per lo sci arrivando fino alla sella di Aip 1942 m, deve essere parecchio che non ci vengo, ora la mancanza di cartografia unite alla scarsa visibilità ci obbliga a scendere su una strada che passa accanto a un invaso artificiale (con barca ancorata o arenata), poco sotto ci sono le amatissime tabelle gialle che ci invitano a scendere ancora (ma con un sentiero) fino a un ruscello che guadato risale alla sella. Ci arriviamo nella nebbia fitta, non si avvista neanche il Bivacco Lomasti, siamo un poco scoraggiati, dalle mie labili memorie mi pareva che il sentiero fosse all’estremità destra (Sud) e mi avvio da quel lato e puntualmente lo ritrovo, ha il numero 432 e si alza su un largo cengione detritico con qualche lingua di neve. Guadagnando quota un chiarore appare e quasi improvvisamente lasciamo le nuvole più in basso e l’umore dei quattro dipendenti dell’Inps migliora notevolmente. Al punto più alto, la Forcje dai Claps m 1994, il sole risplende sulle chiare bancate di calcare lavorato della cima, qui trascuriamo il sentiero numerato per una traccia verso destra con segni rossi e ometti che con percorso un po’ tormentato arriva al sommo, dal mare di nuvole affiorano catene montuose vicine e lontane, solo il vicino terzetto Pricotic-Cavallo-Pricot preclude la vista verso Est, ci facciamo una meritevole oretta di sosta peccato manchi un adeguato ristoro, una bottiglia di tocai sarebbe adeguata. In discesa la nebbia è meno fitta, ma i 200 m da risalire ci fanno penare abbastanza, all’auto il sole è già tramontato. Poco più di tre ore e mezza per la sola salita.

 

Novembre 2012

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