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Monte Rancolin 2096 m, traversata

Inverno avaro  quello che sta per finire anche se le condizioni erano abbastanza propizie grazie alla poca neve presente. Per contro la scarsa propensione alle levatacce, parecchio freddo e vento, per le trasferte  al di là dei confini regionali occorre oramai fare un mutuo per il carburante. Il giovedì precedente scartabellando fra le guide nella vetusta ma nobile sede della SAF in un libro di “Sentieri Natura” ho captato questa cima che stranamente ancora mancava nel mio carnet e l’ho proposta all’amico Hermann che approva la scelta. Saliamo la valle del Tagliamento fino alla località di S. Antonio un paio di Km dopo Forni di Sotto, da qui a destra ma quasi subito dobbiamo lasciare il mezzo meccanico a causa del fondo stradale ghiacciato.  Adesso percorriamo la strada piuttosto ripida fino a una bella casa dove i segnavia del sentiero n. 412 proseguono a destra. Il sentiero è sgombro di neve fino a una radura con uno stavolo ristrutturato, a circa 1400 m, una breve ricognizione a sinistra ci permette di individuare una tabella con su indicata la nostra meta. Ora si incomincia a pestare neve, il primo tratto nella faggeta poi una traccia di mughi tagliati arriva sulla spalla S dell’anticima fra radi abeti, poi ancora mughi e usciamo sulla cresta senza neve. Sull’anticima c’è una certa abbondanza di segnali, ci sono  un paio di croci e una campana. Un taglio di mughi segna la prosecuzione del percorso, che scende abbondantemente innevato verso N, sembra piuttosto ripido, vado a tastarlo ma la neve non ancora trasformata permette una sicura discesa, non adoperiamo neanche la piccozza che i bastoni sono più che sufficienti , risaliamo sullo stesso tipo di terreno passando accanto a un’ennesima croce poi per la crestina finale (senza neve) alla cima più alta che ha solo un ometto di sassi. La vista, limitata a E dal Bivera-Clapsavon verso gli altri punti cardinali è eccezionale e merita da sola la gita. Ora siamo piuttosto perplessi, proseguire la traversata o ripercorrere le nostre tracce, visto che sulla guida si descrive la traversata in senso inverso mettendo il tratto più impegnativo all’inizio, si decide comunque di provare. Scendiamo verso la forcella Rancolin dapprima a destra poi a sinistra indi in cresta evitando alcuni risalti (terreno valangoso, da evitare in caso di innevamento abbondante). Alla forcella ci sono delle pittoresche formazioni rocciose molto fotogeniche, ci caliamo ora verso destra su nevai abbondanti fino a un bivio (che non vedo, ma vengo richiamato dal compare e mi tocca risalire, dove si traversa a dritta per arrivare alla ex casera Costa Baton ben ristrutturata a ricovero. Da questa un sentierino piuttosto ripido (e poco percorso) con degli scomodi  tratti sassosi ci riporta alla radura del ripristinato rustico già visto nell’ ascesa. Il dislivello con la neve, 1300 metri è considerevole ma grazie alla grappa del compagno, di losca provenienza, è diventato accettabile.

29 Gennaio 2012 (relazione su Sentieri Natura della coppia Pecile-Tubaro, non ricordo il volume)

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