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Lepa Spica (Cima Bella, Veliko Spicje) 2398 m – una lunga cavalcata fra Isonzo e valle dei Laghi

La lunga cresta fra la valle dell’Isonzo e quella dei Sette Laghi culmina a 2398 m con questa alta cima(It. Vetta Bella)  dagli accessi  molto lunghi da tutte le parti se non si vuole spezzare l’itinerario in due giorni, cosa possibile e consigliabile vista la presenza di due acconci rifugi. Non è il nostro caso, decidiamo di affrontarla in giornata dalla Val Trenta, gli amici sono gli ancora presenti sul campo Mauro e Sandro ai quali si aggiungono Sandrone e un certo Fausto che da tempo si è convertito ad attività più riposanti tipo piscina, ballo e bici. Poco prima del Paese di Na Logu, ultimo della valle, una strada bianca ai tempi percorribile si alza per un centinaio di metri fino a dei casolari di quota presunta sui 700 m. Restano solo (si fa per dire) altri 1700, per prima cosa dobbiamo arrivare al passo Cez Dol, valico fra la nostra Val Trebiscina e l’opposta Zadnica, 1963 m, la comoda mulattiera che la risale ci va a fagiolo, prima all’ombra del bosco poi fra verdi prati con stupende fioriture. Poco prima del passo si trova una casera e una cappelletta, la vecchia mulattiera dalla pendenza costante e con muri a secco di probabili origini militari continua a destra fino alla sella Prehodavci 2071, all’origine della nostra cresta e presso la testata della mitica Valle dei Sette Laghi. Poco più in alto vi è stato eretto un rifugio, non lo degniamo di uno sguardo, di fatiche ne abbiamo già abbastanza in programma. Procediamo a sinistra camminando su placche lavorate di un candore accecante poi ci alziamo verso la cresta, si evita un primo rilievo, si potrebbe evitare anche il secondo a nome Malo Spicie 2312 ma saliamo anche questo per continuare poi seguendo il filo di cresta, dov’è necessario si trova qualche attrezzatura, in un paesaggio che rivela quasi ad ogni passo nuovi scorci, dei fiori ho già detto ma sono sempre presenti. In cinque ore e mezza tocchiamo la vetta popolata oltre che da noi solo da qualche stambecco. La via di discesa più breve sarebbe quella già conosciuta ma nessuno di noi ha mai percorso la valle dei laghi e  c’è una traccia segnata che ci attira verso di essa. Ci impegniamo su questa con difficoltà non maggiori di quelle superate, fra cuscinetti fioriti e saltini rocciosi arrivando sulle rive del terzo lago per poi cominciare la faticosa rimonta al passo ammirando, anche per tirare il fiato, il lago grande e quello verde, gli ultimi due sono ancora coperti dalla neve. Scendendo la natura ci offre un ultimo regalo, l’arrossamento al tramonto delle pareti della cima da dove arriviamo. 10 ore in tutto, Giugno 1997. Il giro è assai consigliabile, per i pochi tratti muniti di funi metalliche non occorre caricarsi dei materiali di autoassicurazione, richiede solo un passo sicuro, il dislivello in salita supera i 2000 m.

P.S. Fotografo spesso i fiori ma  il mio interesse botanico non arriva fino a cercare i nomi delle piante sulla guida delle Ed. Paoline in mio possesso.

1 Dente di Cane

2 Casera Trebiscina e passo Cez Dol

3 Botton d'oro alla casera

4 La Cappelletta prima del passo

5 Fiorellino

6 La mulattiera per il Prehodavci

7 Passo Prehodavci, il corno sullo sfondo è il Razor

8 Campi solcati

9 Il rifugio è poco più in alto

10 Soldanelle

11 Placche all'attacco della salita

12 La Valle dei Laghi

13 La costiera a Est della valle

14 Il Tricorno dal Malo Spicje

15 Sulla cresta

16 Il Grintavec con sullo sfondo Jof Fuart e Montasio

17 Sulla cresta

18 Un'altra immagine del Tricorno

19 Ancora fiorellini

20 In cima

21 La valle dell'Isonzo

22 A Sud gli altopiani del Krn

23 Gli stambecchi non soffrono le vertigini

26 Basta un pugno di terra...

27 Rododendri sulle rive del lago grande

28 Uno dei laghi più alti

29 In risalita

31 La cresta dalla Val Trebiscina

32 Luci del tramonto sulla Cima Bella

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